Havana Noir by Leonardo Padura Fuentes

Havana Noir by Leonardo Padura Fuentes

autore:Leonardo Padura Fuentes [Fuentes, Leonardo Padura]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Giallo, Stranieri
editore: Bompiani
pubblicato: 2017-10-02T22:00:00+00:00


Il senso di accanito possesso che rivelava la canzone riusciva a esprimere, più di qualsiasi poesia, più di molte altre parole febbrilmente ricercate e sperimentate, la sua pretesa di permanenza: aveva sempre desiderato che le donne si trascinassero dietro, senza rimedio, il marchio del suo amore, proprio come un buon sapore in bocca. Loro invece, purtroppo, erano solite dimenticarsi di lui, mentre il Conde soffriva e incominciava a prendere la distanza dai boleri, finché non iniziava un altro processo batteriologico di innamoramento cronico e mortale.

Quella sera, a tradimento, il poliziotto ebbe voglia di cantare un bolero, pur sapendo di essere ben lungi dall’eventualità di innamorarsi. Miriam non sarebbe mai stata la donna capace di suscitare in lui quella sensazione di debolezza che gli veniva dall’amore, anche se non avrebbe esitato un istante a rotolarsi con lei da qualsiasi parte, se solo la bionda gli avesse lanciato anche il minimo segnale di permettere un incontro ravvicinato o addirittura di volerlo. Gli piacevano le sue cosce, gli piacevano la sua astuzia e le sue paure, ma soprattutto gli piacevano i suoi occhi, quegli occhi da predatrice che gli avevano riportato alla mente un altro bolero (“... per questo sulle spiagge / si dice ci siano sirene / che hanno gli occhi grigi / profondi come il mare...”) in una situazione in cui, se lo ricordava bene, verso per verso, accordo per accordo, il Conde non lo avrebbe mai cantato: perché non era innamorato ora, né lo sarebbe stato in futuro della vedova di Miguel Forcade che sbatteva le ciglia mentre diceva, apparentemente delusa: “Non sospettavo che Miguel potesse aver fatto cose simili. Così avrebbe venduto un quadro falso?” Si fece aria con la mano, come se l’avesse assalita un calore insopportabile.

La sala della casa era illuminata dalle due lampade di Tiffany, che facevano brillare ancora di più gli occhi grigi di Miriam. Accanto a lei, sul divano, l’inseparabile amico Adrián Riverón aveva ascoltato tutto il resoconto delle truffe di Miguel fatto dal Conde; Miriam aveva insistito perché restasse; sì, Adrián era come un fratello per lei e godeva della sua totale fiducia.

“E così neanche lei sapeva niente del quadro falso?”

“No, gliel’ho detto. Non avevo la benché minima idea che Miguel volesse tornare a Cuba per cercare qualcosa.”

“È stupefacente: nessuno sa niente, ma Miguel sarà pure stato ucciso per qualcosa, no?”

Miriam annuì e fu Adrián Riverón a prendere la parola dopo aver tossito due volte per schiarirsi la gola.

“Se permette, tenente... Credo di averglielo già detto oggi pomeriggio: perché non cerca altrove e lascia in pace Miriam? Ha visto di cosa era capace Miguel, no? Inoltre, l’ha dovuto seppellire proprio oggi, ed era suo marito, nonostante tutto. Non crede che le abbia già detto tutto quello che poteva dirle?”

Il Conde sorrise. L’eterno innamorato di Miriam era uscito allo scoperto, brandendo lo scudo, per salvare l’onore della donzella. Un altro ingenuo?

“No, non credo che mi abbia detto tutto quello che poteva dirmi e per di più non mi sono bevuto neanche la metà delle sue parole.



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